Untitled

DESCRIZIONE

Questa serie di lavori prende forma durante un periodo di permanenza di Tibaldi sul litorale flegreo e la frequentazione della spiaggia che, come la periferia napoletana, conquista un’autonomia del tutto originale che l’artista ha modo di sperimentare quotidianamente, coinvolgendo nella propria attività gli artigiani locali e venendo a contatto con le diverse professionalità attive sul territorio.

Solo a questo punto interviene la sua azione, che si scontra con l’impotenza della politica di cambiare le sorti di una realtà segnata dall’abusivismo edilizio, dalla mancanza di un piano regolatore, dall’accumulo indiscriminato dei rifiuti, da quelle disfunzioni a cui ormai si è abituati e che invece sono poste in primo piano con tutta la loro evidenza dal gesto artistico. L’utilizzo del bianco, che da sempre nell’arte è carico di un forte valore simbolico, cerca di trovare ordine nel caos di costruzioni, assi viari, spazi industriali alla ricerca di una nuova forma estetica. L’immagine che se ne ricava ha il potere di farne scorgere l’attualità, invitando a non gettare questa realtà nel dimenticatoio, ma di valorizzarla come paesaggio culturale contemporaneo. Una serie di fotografie in cui l'elemento viene astratto dal suo contesto e si ricompone nella mente con un'estetica giocosa e colorata fino a giungere ad un’installazione di salvagenti, semplicemente prelevati dall’artista e ridisposti a formare una gigantesca pila, alla maniera in cui sono abituati a portarli i venditori ambulanti, in cui l’idea di leggerezza e la brillantezza dei colori sono mescolate alla fatica ed all’ingiustizia sociale che quel tipo di attività sottintende.