Tabula Rasa: 111 DAYS ON A LONG TABLE
DENIS ISAIA, IN CONVERSATION WITH RAQS MEDIA COLLECTIVE, MANIFESTA 7
Tabula Rasa è una situazione in attesa di una presenza, un atto o una inscrizione – uno spazio in potenza, colmo di anticipazione, pronto all’imminenza.
Tabula Rasa è un progetto speciale di Manifesta 7 all’interno di The Rest of Now. Tabula Rasa intende creare una serie di interazioni e una rete di conversazioni con la mostra stessa e il pubblico di Bolzano e della regione. Il progetto durerà 111 giorni e avrà luogo su un lungo tavolo sgombro, una “lastra pulita”, nello spazio vuoto della Stanza 124, nell’edificio dell’ex Alumix. L’unica condizione posta è che ogni progetto di Tabula Rasa debba partire all’interno della stanza vuota e sul tavolo pulito; attorno a questi due elementi si articolano una serie di eventi che rappresentano diverse modalità di incontro, sviluppando l’idea del dialogo, della condivisione, e della dimensione collettiva del creare e interpretare.
Un workshop in “architettura del dopo” promosso da Eugenio Tibaldi.
Eugenio Tibaldi, artista residente a Napoli, si interessa alla pratica comune nell’Italia del Sud di “regolarizzare” le costruzioni informali e illegali con progetti architettonici retrospettivi. Questa prassi potrebbe essere definita una forma di “para-disegno”, o “architettura del dopo”. In Informal Tabula Rasa, Tibaldi invita coloro che lavorano nell’industria ex-Alumix durante la mostra: guardie, uscieri, guide e personale all’entrata, a costruire una struttura, parallela al lungo tavolo nella Stanza 124, utilizzando oggetti e materiali di scarto portati da casa. Tale costruzione è quindi strutturata come un disegno collettivo, come un esercizio di dopo-architettura. Il disegno esibito è il risultato della forma improvvisata e assemblata.
"Per la realizzazione di questo progetto ho chiesto ai curatori di coinvolgere tutti gli ex dipendenti della Alumix di Bolzano, assunti per la mostra "Manifesta", chiedendogli di portare per la data dell'inaugurazione un oggetto legato all'idea di stare seduti e di stare insieme. Con tutto il materiale giunto e con tutti i partecipanti (coinvolti direttamente nelle scelte di composizione) ho montato un tavolo che rispondesse alle caratteristiche tecniche del tavolo originariamente progettato per la stanza. Nei giorni a venire ho riprogettato il tavolo “informale” in modo da compiere un after design. Progetto che esiste solo dopo la realizzazione dell'oggetto invertendo di fatto le regole evolutive classiche, dinamica utilizzata per regolarizzare le costruzioni abusive nella periferia di Napoli. "
Eugenio Tibaldi