Supernatural
Partendo da un’indagine socio-economica disincantata della periferia di Napoli, Eugenio Tibaldi ha allargato nel corso del tempo il suo campo di ricerca, individuando le potenzialità nascoste ai margini di metropoli quali Caracas, Istanbul, Alessandria d’Egitto. Parallelamente ha condotto una coerente riflessione sullo sviluppo delle architetture e delle soluzioni di post-produzione, trovando nuove estetiche attraverso un processo di “post-progettazione”.
Con i lavori in mostra presso la Galleria Umberto Di Marino l’artista tenta la via dello scambio tra persone e punti di vista differenti: un progetto in cui problematiche legate al marketing, al disegno industriale e alle dinamiche produttive contemporanee divengono forma e sostanza dell’elaborazione concettuale. Nella prima stanza, infatti, è l’insegna presa da un negozio di mangimi per animali ad aprire la mostra con la sovrapposizione di forme, apparentemente priva di logica, data dall’affollarsi degli adesivi dei fornitori nel corso degli anni. Tibaldi, dunque, adotta il mezzo del baratto, prelevando un risultato estetico spontaneo da una specifica area periferica e restituendo a quest’ultima nuove dinamiche formali, realizzando un’insegna in sostituzione di quella rimossa. Il concetto si amplia ad un contesto più complesso alla fine del percorso espositivo nell’installazione Supernatural, produzione di un prototipo perfettamente funzionante di camera da bagno ispirata all’osservazione della vita dei ROM. Un sistema utilizzato per ovviare al problema dell’acqua corrente in assenza d’impianti idrici viene preso a modello per un oggetto di design che acquisisca tutte le caratteristiche di bene di lusso. La resina e l’accurata fase di post-progettazione, infatti, creano un nuovo prodotto che, pur conservando la sua matrice ispiratrice nell’uso di materiali di riciclo, trascende l’aspetto originario per convertirsi in modulo estetico. Tuttavia questa prima evoluzione porta con sé un’altra conseguenza: l’oggetto di design, contestualizzato all’interno di una galleria, tralascia la propria funzionalità per assurgere ad opera d’arte grazie al rimando concettuale. È su un simile equivoco che gioca il video-spot di supernatural nella seconda stanza, realizzato in collaborazione con il duo artistico Bianco-Valente, proponendo una nuova sfida tesa al confronto e allo scambio di ruoli e funzioni: una riflessione sull’idea di relazione, non intendendo quella di uso comune sulla quale sono quotidianamente costruiti i rapporti sociali, bensì quella su cui si fonda ogni autentico rapporto collaborativo. Nel caso di questa mostra si tratta di uno sforzo collettivo di compenetrazione nelle esigenze dell’altro: quello di più individualità artistiche e di una galleria in dialogo tra loro e col mondo esterno, di artigiani che si misurano con logiche del tutto inusuali, di uno sponsor come il Nabilah il cui sostegno non si è limitato al solo contributo economico, ma anche alla collaborazione in fase progettuale.