Posthumous Identity

Marie-Laure Fleisch Gallery, Bruxelles

DESCRIZIONE

 Cercando di comprendere le dinamiche umane contemporanee, l'artista studia le società, le strutture sociali e le percezioni individuali del mondo che ci circonda, che sono spesso mascherate da una narrativa più ampia. Come le sue opere riflettono l'area e la popolazione in cui espone, Tibaldi vede le sue esposizioni meticolosamente pensate come postprogetti, rese possibili solo da una visione storica di un determinato luogo. È anche consapevole che la vita di un progetto, di una società o di un'opera d'arte è un'entità in costante evoluzione che non può essere prevista ed è soggetta a punti di vista personali.

Principalmente interessato alla percezione, il lavoro dell'artista è intrinsecamente legato al contesto in cui viene mostrato. Ogni persona crea la propria percezione della realtà e la usa per costruire un universo intorno a sè. I mondi personali degli abitanti di una città possono così rivelare parte delle sue dinamiche. Tibaldi ha considerato la città di Bruxelles come il nucleo concettuale e materiale per le opere in mostra. Prima di creare un'opera, l'artista fa una ricerca sulla storia del luogo in cui verranno esposte le opere. Ciò comporta anche il contatto con gli attuali abitanti della città, che sono invitati a contribuire con immagini che, per loro, rappresentano la città in cui vivono. Queste fotografie sono poi combinate con immagini tratte da materiale promozionale, libri storici, mappe e altri supporti istituzionali. Combinata, la selezione di questi elementi rivela vari modi di vedere Bruxelles, così come le scelte dell'artista stesso.

Piuttosto che lavorare con materiali classici associati alla nobile tradizione di creare opere d'arte, Tibaldi lavora con sostanze che fanno parte della vita contemporanea di tutti i giorni. Per questa mostra, ha creato una serie di nuove opere collegate ai modi in cui Bruxelles può essere percepita. Tutte le parti di questi lavori sono state acquistate a Bruxelles, nei mercatini delle pulci o nei negozi di seconda mano. Questi supporti, che includono tavoli, tovaglioli, libri, testiere e mappe, forniscono il contesto per l'interpretazione delle immagini che sono disposte su di essi. Questi motivi sono creati dall'aggiunta di fotografie inviate all'artista dai cittadini, combinate con riproduzioni istituzionali e immagini storiche. La totalità è quindi legata insieme da una vernice bianca, un colore generalmente associato all'assenza, che viene utilizzato da Tibaldi per organizzare, collegare e armonizzare i vari aspetti dell'opera. La vernice serve sia per "ritagliare" le fotografie, riducendo il materiale visivo in esse per arrivare alla loro essenza, sia per aggiungere decorazioni in stile liberty, che uniscono tutte le opere.

Ispirato dalle idee di Parag Khanna su un governo ideale, Tibaldi immagina la possibilità di creare immagini in un'era post-democratica. Utilizzando le stesse percentuali che Khanna ha teorizzato per la perfetta combinazione di sistemi democratici, tecnocratici e meritocratici, l'artista sceglie le immagini incluse nelle sue opere secondo un processo scientifico. Ogni aspetto dell'opera d'arte è carico di una storia personale, che ci ricorda che ogni azione politica ha conseguenze sui cittadini di tutti i giorni. In risposta alle tendenze populiste che investono l'Europa, con Bruxelles come capitale politica, Eugenio Tibaldi insiste sulla necessità di trovare nuove strade per costruire identità e per percepire i luoghi in cui viviamo.