LA FORMA SPEZZATA

Il margine è la provincia, luogo in cui l'eco delle notizie cittadine arriva sbiadito e stemperato, in cui il disagio assume una forma diversa dalla periferia è più subdolo perché anestetizzato dal benessere. In questi territori le domande si fanno meno pressanti e le risposte sembrano celate dentro facili stereotipi. Vediamo, così, sfilare un'educazione che passa attraverso una società patriarcale e razzista, che si ripete ad ogni valle con la stessa intensità e miopia, anni in cui la comunicazione mediatica inizia ad assumere ruoli post educativi inculcando dogmi semplici e beceri che hanno il sapore di un controllo sociale che passa attraverso un atteggiamento ludico e superficiale. Vediamo il corpo della donna passare da oggetto da esibire a elemento utile alla procreazione, un'idea del “maschio leader” narcisista e rampante che si barcamena fra lavoro e festini, che utilizza upgrade sociali come l'auto e la villa. Una vita famigliare che si scarnifica di tempi comuni, fatta di pasti veloci e di affiliazione quasi religiosa ad una promessa di ricchezza fast-food, un tempo in cui non si parlava di rispetto per il territorio e di vita sana per inseguire un modello di consumo spietato e appagante.

Come su un enorme Titanic, la provincia prova ancora a ballare fra populismo e appelli identitari, capannoni dismessi e territori feriti con i segreti stretti in fondo al cuore in modo che nessuno li possa vedere.

Ed ecco allora il senso di un libro per bambini: un gesto di speranza e di confessione, un escamotage per poter affrontare l'esistenza, una scelta di semplificare ciò che forse non si potrebbe dire altrimenti. l'artista arriva all'essenza leggero come una fiaba attraverso cui perdonare e perdonarsi con la speranza di un nuovo inizio.