INCLUSIO
a cura di Giuseppe Stampone
Centro Italiano di Documentazione sulla Cooperazione e l’Economia Sociale, via Mentana 2, Bologna
Il percorso artistico di Eugenio Tibaldi s’incentra sulla rappresentazione estetica del margine, inteso sia a livello geografico che a livello concettuale e personale.
In questa chiave, INCLUSIO non si discosta dalla sensibilità dell’artista per le periferie: nell’esperienza con Società Dolce sono le persone fragili a rappresentare i margini, la lontananza dal centro. Attraverso l’opera, si restituisce al “territorio” umano l’immagine di queste realtà periferiche, dando identità agli attori, alle relazioni, ai cambiamenti che avvengono di continuo e che attraverso l'inclusione del diverso si arricchiscono, generando nuove rappresentazioni estetiche.
Così, nelle opere, ritroviamo luoghi chiave della cooperazione, contaminati da luoghi privati e dinamiche personali delle persone che li vivono, in un’estetica inclusiva e lontana dallo stereotipo della comunicazione, che tende a raccontare i percorsi attraverso i successi e dando valore ed importanza anche alla debolezza. Una narrazione che prevede ogni possibile scenario, anche il fallimento.
L'illuminazione delle opere proviene da lampade donate all’artista dagli utenti di Società Dolce coinvolti nel progetto.
Ogni socio, ogni utente che ha partecipato a INCLUSIO, è contaminato dall’altro, recettore d’idee, pensieri, storie, modi, sentimenti altrui. Di conseguenza, la fisionomia essenziale di ognuno, dopo l’incontro con l’altro, cambia. Come rappresentare questa genesi di trasformazione, così vicina all’arte, nel suo divenire creativo e di bellezza? Tibaldi l’ha fatto, attraverso un collage di particolari, dove il risultato è l’insieme tra sé e parti altrui.
“È la cultura, anche quella artistica, che può influire e alterare i sistemi economico sociali” afferma l’artista Tibaldi, laddove la cooperazione, nel suo aspetto economico è lontana dai principi del mercato imposti dal centro e si basa sul mutuo aiuto, sulla costruzione di reti, sullo scambio. È questa l’identità, anche estetica, che Tibaldi ha rappresentato nella sua opera.
La mostra è dei tredici lavori creati per il nuovo Contagiorni 2018, il calendario di Società Dolce e ruota intorno ad uno spazio inaspettato, simbolo della concertazione e della riflessione, luogo di costruzione del confronto e dei processi: un tavolo. O meglio, un collage di tavoli diversi, perché tanti sono gli ambiti di intervento, nell’unicum di Società Dolce. Un tavolo inclusivo, che diventerà opera site specific in una sala riunioni di Società Dolce, ricordando che è in quello spazio orizzontale che avvengono i cambiamenti, gli equilibri diventano dinamici ed ogni parte in gioco è stimolo e specchio per l’altra.
A completare e approfondire questi temi, interverranno Giuseppe D’Anna, storico della Filosofia e filosofo attento alle dinamiche sociali ed estetiche e Simone Ciglia, ricercatore e storico dell’arte, impegnato nella ricerca delle ricadute sociali del ragionamento artistico, che parlerà dall’interno del mondo cooperativo.